“In The Meantime” degli Spacehog è un brano di alt-rock che, pur non essendo una hit mondiale come “Loser” dei Beck, rappresenta un gioiello nascosto del genere. Pubblicato nel 1995 come parte dell’album di debutto omonimo della band, il pezzo incarna perfettamente lo spirito indie-rock degli anni ‘90: melodie orecchiabili ma non banali, testi introspettivi e una produzione che bilancia potenza e delicatezza.
Gli Spacehog nacquero a New York alla fine degli anni ‘80 da Royston Langdon (voce e tastiere), John “The Rev” Edwards (chitarra), Richard Steel (basso) e Jonny Cragg (batteria). Il loro sound era influenzato da artisti come The Beatles, David Bowie e Nirvana, creando un mix unico di pop melodico, psichedelia e grunge.
“In The Meantime” racconta la storia di una relazione in crisi, vista attraverso gli occhi di chi la vive con amarezza e rassegnazione. La voce roca ma dolce di Langdon canta versi come “I’m a slave to what you do / I’ll follow you wherever you go,” rivelando un amore ossessivo che si sente destinato al fallimento.
Il brano inizia con una linea di chitarra acustica malinconica, seguita da un riff di batteria potente e pulsante. La melodia vocale si inserisce dolcemente, crescendo in intensità durante il ritornello. Qui, le chitarre elettriche entrano in scena con un suono distorto ma orecchiabile, accompagnate da un tappeto di tastiere sincopate che donano al brano un’atmosfera onirica.
La struttura del pezzo è classica per l’alt-rock: strofa-ritornello-strofa-ponte-ritornello. Tuttavia, la particolarità di “In The Meantime” risiede nella sua dinamica: momenti introspettivi si alternano a esplosioni di energia, creando un’esperienza musicale che tiene incollato l’ascoltatore dal primo all’ultimo secondo.
Analisi della Struttura Musicale
Sezione | Descrizione |
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Intro | Linea di chitarra acustica melodica, accompagnata da un lieve accompagnamento di batteria. |
Strofa 1 | Entrata vocale con un tono dolce e malinconico. La melodia si snoda in modo fluido. |
Ritornello | Riff di chitarra elettrica potente, batteria energica e tastiere sincopate. La voce si fa più decisa. |
Strofa 2 | Simile alla prima strofa, con lievi variazioni melodiche. |
Ponte | Cambio di tonalità, atmosfera più riflessiva e suggestiva. L’utilizzo dei sintetizzatori crea un effetto etereo. |
Ritornello | Ripetizione del ritornello con maggiore intensità. La voce si fa più potente. |
Influenze Musicali
Gli Spacehog erano noti per la loro versatilità musicale e l’influenza di una vasta gamma di artisti:
- The Beatles: La melodia orecchiabile e le armonie vocali di “In The Meantime” ricordano i capolavori dei Fab Four.
- David Bowie: L’atmosfera teatrale e la voce androgona di Royston Langdon sono ispirate al grande Duca Bianco.
- Nirvana: La potenza dei riff di chitarra e l’energia grezza del brano riflettono l’influenza del grunge.
Successo Critico e Commerciale
“In The Meantime” ottenne un buon successo commerciale, raggiungendo la posizione numero 27 della classifica Billboard Hot 100 negli Stati Uniti. Il videoclip del brano, diretto da Samuel Bayer (famoso per i suoi lavori con Nirvana e Green Day), contribuì a promuovere il pezzo su MTV.
Sebbene gli Spacehog non abbiano mai replicato il successo di “In The Meantime,” il brano rimane un classico dell’alternative rock degli anni ‘90. La sua combinazione unica di melodie orecchiabili, testi introspettivi e arrangiamenti potenti lo rende un brano atemporal che continua a conquistare nuovi fan anche oggi.
“In The Meantime” è una testimonianza della creatività musicale degli Spacehog e del loro talento per creare brani indimenticabili. Un brano che invita all’ascolto, alla riflessione e al movimento, proprio come la sua struttura musicale suggerisce: momenti di calma seguiti da esplosioni di energia, un percorso emozionale che cattura l’essenza dell’amore in tutte le sue sfumature.